Da quando nel 2017 Google Optimize è diventato gratuito non ha ancora ricevuto l’attenzione che merita.
A fine Maggio di quest’anno, grazie al buon Michelangelo Aquino (anzi ottimo, ma lui continua a sottovalutarsi), ho scoperto ed iniziato ad utilizzare quotidianamente questo strumento e mi sono convinto che ogni strategia di Digital Marketing dovrebbe includerne l’utilizzo.
Ho quindi deciso di redarre questa piccola guida per iniziare ad utilizzarlo e per far capire la potenzialità dello strumento.
L’importanza di chiamarsi abTest
Siamo tutti indottrinati a quanto sia importante mettere continuamente in test più soluzioni e misurare quale sia la migliore, in tutti i settori del digital, ad esempio:
- Almeno 3 annunci per gruppo in Google Ads
- A/B/n test sull’oggetto delle Newsletter
- Duplicazioni di landing page e divisione del traffico al 50%
- Diverse tipologie di annunci su Facebook nello stesso gruppo inserzioni
chissà perchè poi i test che davvero andiamo a realizzare sono molti meno di quelli che ci piacerebbe fare.
In effetti non è sempre veloce e pratico attivare il processo di:
- avere un soggetto (un’idea) per un test che potrebbe funzionare
- definirlo assieme alle figure coinvolte nella strategia e approvarlo
- incaricare grafica e sviluppo di generare la nuova ipotesi ideata
- definire tempi e modalità del test
- definire target e contestualizzazione (a chi devo mostrare il test? Su quali dispositivi? Per quali sorgenti di traffico?)
- implementare il test
- misurare i risultati con una certa frequenza
- decidere quando il test è esaurito, sia in caso di esito chiaro su una delle varianti, sia in caso di un approssimativo pareggio di performance
il processo di un test è impegnativo da gestire se non si ha un flusso di lavoro standard ben definito, ci porta via molta energia, e quindi lo attiviamo solo a spot.
Niente paura, ci pensa Google Optimize
Lo strumento messo a disposizione da Google gestisce in toto i punti dal 2 all’8 della lista precedente.
Questo ci permette di gestire test in continuo, con l’obiettivo di accrescere, lentamente ma inesorabilmente i nostri tassi di conversione.
Creare un Esperienza
Se ancora non avete un’idea chiara del prossimo test che volete realizzare niente paura, scoperte le possibilità di intervento che vi offre Optimize saranno queste stesse a farvi venire in mente qualcosa.
Esistono intanto 5 tipi di esperienza (al momento) tra cui riconosciamo i più frequenti A/B test e il test di reindirezzamento (dove inviamo una parte del traffico ad una pagina diversa).
Il test multivariato non è altro che un test dove cambia più di una variabile, per ora la lasciamo da parte.
Infine la personalizzazione consente semplicemente di modificare una o più pagine.
Ignoriamo per ora il resto e procediamo con il più classico
A/B test
aprendo l’interfaccia di modifica della pagina mi rendo conto di come sia facile intervenire su testi e stili html.
Potrebbe a questo punto venirmi in mente di testare una call to action diversa per il mio form: è un classico, ma per iniziare va più che bene
tramite l’interfaccia di personalizzazione Optimize mi permette di modificare il pulsante come preferisco, in merito e grafica e contenuto
Questo è solo il primo esempio, questa interfaccia vi permette di fare anche modifiche più strutturali, come l’ordinamento degli elementi.
Naturalmente si tratta di un intervento Frontend, quindi dove la modifica deve essere fatta lato codice allora avrete bisogno dello sviluppatore, per realizzare un test redirect con Optimize
Target e Contestualizzazione
Grazie agli strumenti di Optimize ho piena libertà per decidere come e quando mostrare il mio test.
Se poi stiamo utilizzando Tag Manager, con una variabile di livello dati gestita dal GTM possiamo comunicare a Optimize quando attivare il test, avendo quindi completa libertà di gestione.
Obiettivi
Grazie al collegamento con Google Analytics abbiamo la misurazione degli obiettivi, fino a 3 per esperimento.
Dove non ci bastasse, in analytics abbiamo la possibilità di incrociare la dimensione della variante dell’esperimento con qualsiasi altra dimensione o metrica ci interessi (consiglio di usare i Rapporti Personalizzati).
Esito del Test
Google Optimize ci viene in aiuto anche e soprattutto nell’analisi dell’andamento del test.
Ogni test può avere un esito chiaro e meno, ovvero pendere molto verso una delle opzioni testate oppure essere più o meno in equilibrio.
Come si quantifica questo?
Oltre al confronto dei tassi di conversione per i vari obiettivi scelti, abbiamo un indizio di rilevanza statistica dei dati
Livello di significatività osservato
Nella colonna “Probabilità di essere il migliore” Google ci dice cosa significa la differenza di tasso di conversione, e in che percentuale la variante vincente sia effettivamente migliore di quella perdente.
(Il calcolo è basato sul rapporto del valore p, in una distribuzione gaussiana, con una valore soglia α, qui un’approfondimento tecnico)
In questo modo abbiamo un esito del test “comprovato” da Google stesso.
Installazione e Metodologia
Google Optimize si può installare tramite Google Tag Manager, con una Tag attivo su tutte le pagine, analogo alla pageview di Google Analytics.
Test continuativi
Optimize, nella versione gratuita può ospitare fino a 5 test A/B o Redirect, attivi contemporanemante.
Tenete presente che ottimisticamente un test su tre sarà migliorativo; gli altra saranno inconcludenti o peggiorativi.
L’idea è quindi quella di avere sempre attivi circa 2-4 test, in modo che ogni volta che Google indica uno di questi come concluso procederemo ad avviare il successivo.
I test con esito positivo andremo poi ad implementarli definitivamente sul sito direttamente da codice.
In questo modo avremo un continuo, seppur lento, miglioramento delle conversioni
Fatto è meglio che Perfetto
Tutta la struttura di Optimize vi suggerisce di non aspettare di avere un piano perfetto, ma di partire con i primi test e capire come funziona.
Quindi senza ulteriori indugi aprite Optimize e fate come Zinedine Zidane:
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